Cos’è il biologico.
In un giorno di sole, alla nebbia della mattina, al tramonto di un pomeriggio di estate, al caldo della sfogliatura o al freddo della potatura, cerchi di comprendere, migliorare, lavorare in modo onesto.
In un giorno di sole, alla nebbia della mattina, al tramonto di un pomeriggio di estate, al caldo della sfogliatura o al freddo della potatura, cerchi di comprendere, migliorare, lavorare in modo onesto.
"Adotta un filare" è il progetto di sostegno che abbiamo lanciato a giugno 2020, un progetto dedicato a chi conosce i nostri vini, a chi non li ha mai assaggiati, a chi voleva farsi un regalo o farlo a qualcuno di speciale.
Ci sono filosofie di vita, più o meno zen, che ci dicono che tutto quello di cui abbiamo bisogno per trasformarci, per riuscire in qualcosa, per splendere è semplicemente dentro di noi e solo noi siamo in grado di tiralo fuori.
Dare un nome al vino, soprattutto quando si tratta di un nome che per noi ha un significato importante, che riguarda qualcuno che teniamo vicino al cuore, è un processo lunghissimo e fatto di moltissime riflessioni.
Se ci seguite sui social, in particolare su Facebook, vi sarà capitato di vedere un video in slow motion di un grappolo di uva che finisce in un giallissimo tubo attaccato al pavimento. Da lì, le uve cadono direttamente nella deraspatrice che, come il nome suggerisce già da sé, deraspa, ovvero toglie i raspi dall'acino (o forse è il contrario?).
Due settimane fa abbiamo voluto raccontarvi come nascono, in generale, i nostri vini, quali processi "decisionali" ci sono dentro. Se lo avete perso tra le pieghe del ritorno al lavoro o degli ultimi sprazzi di vacanza, potete trovarlo qui.
Se c'è una cosa che facciamo con molta costanza è ripeterci che non ci sono grandi spazi per l'improvvisazione. Sebbene lavorare gomito a gomito richieda grande tolleranza per imprevisti e compagnia danzante, quando si tratta di prepararci alla vendemmia o altre lavorazioni importanti, il temine "improvvisare" sparisce rapidamente dal nostro vocabolario.
"Lavorare la terra ha cambiato il nostro punto di vista, la nostra percezione della natura, il significato dell'uomo all'interno di una collettività. Eppure, nel corso degli anni abbiamo capito che il nostro lavoro non avrebbe la stessa forza se non fosse un racconto condiviso, se non fosse una strada abbastanza ampia da accogliere compagni di viaggio per periodi più o meno lunghi."
Sebbene la maggior parte delle attività siano normate dall'ultimo decreto legge in materia di restrizioni per il Coronavirus, manca la voce ultra specifica "Degustazione presso aziende produttrici". Per noi viticoltori la questione è al tempo stesso nebulosa e chiarissima: dobbiamo solo decidere da che parte stare.
Durante le giornate buone amiamo chiamarci "Custodi della Terra", durante quelle meno buone, se non addirittura orribili, amiamo chiamarci "Ribaltatori di prospettive". Ed è esattamente quello che abbiamo fatto in questo periodo di "lockdown": abbiamo cercato di ribaltare la prospettiva, di trasformarla da periodo fortemente statico a virtualmente dinamico.