Cronistoria di nuove routine

Siamo tutti tornati a lavoro.

Eh sì, la squadra, da circa una circa una settimana, è al completo: babbo, mamma e Piccolo Viticoltore.

In questi quattro mesi ci siamo resi conto quanto il contributo di ognuno di noi fosse realmente necessario, non solo a casa, nella gestione della vita familiare, ma anche a lavoro, perchè Terra Argillosa è composta da due anime che lavorano, vivono e sognano insieme.

Così abbiamo preso il nostro cucciolo d’uomo, e abbiamo iniziato ad imparare a vivere questa nuova realtà. Se prima eravamo in due a fare la fila fuori dal bagno, adesso siamo in tre a fare la fila fuori dal bagno. Noi e quelli che ballano l’Hully Gully.

Ore 09.00 (che a volte diventano 09.30, raramente 08.30) inizia il lavoro. Il favoloso trio arriva in cantina. Su come riusciamo nell’impresa, se proprio avete questa curiosità sfrenata, ne parleremo un’altra volta.
Babbo Viticoltore si occupa della nostra colonia di gatti, pappa, acqua, cambio delle lettiere e svariate coccole. Mamma Viticoltrice si muove tipo ninja per non far svegliare il cucciolo che puntualmente dorme per tutto il tragitto, cullato dal percorso tortuoso che ci porta fino al lavoro.
Accendiamo i pc, prendiamo l’ennesimo caffè e iniziamo a lavorare.

Da quando siamo tre, uno lavora in ufficio e l’altro nella sala degustazione, con la vista del Ciafone che inonda la vetrata gigante. La fortunata, senza neanche dirlo, sono io.

La cantina, una volta un luogo elegante e più o meno sempre in ordine, ora è affollato da attrezzatura da bebè: navicella, palestrina, giochini vari sparsi qua e là, fasciatoio sempre pronto all’uso.
Avevamo una dignità, minuscola e stiracchiata, ora l’abbiamo definitivamente persa. Avevamo spazi tutti nostri, ora sono diventati di diritto del Piccolo Viticoltore che piano piano, nonostante non sia ancora in grado di spostarsi autonomamente, sta colonizzando tutto.

Dopo aver sbrigato le incombenze noiose, quelle che si svolgono tra computer e telefono, Raffaele trova il modo di sganciarsi e dedicarsi ad un po’ di lavoro in vigna. Io continuo a lavorare al pc, a meno che la mia attenzione non sia richiamata dal nostro distruttore di mondi. A volte vuole dormire nella fascia, che sempre sia lodata perché ho le mani libere per lavorare, a volte mette a dura prova la mia elasticità per giocare per terra.
Raramente ci incontriamo durante la giornata, ma non è una novità, anzi! Spesso ci chiedono come sia possibile lavorare e vivere insieme senza tirarsi i piatti a fine giornata: la risposta è non incontrarsi mai! Scherzo, ma neanche tanto.

In genere, quando si avvicina l’ora di pranzo, c’è il cambio dei giocatori in campo: per Mamma viticoltrice è il momento di dedicarsi ai lavori più impegnativi, quelli che richiedono concentrazione e tempo, mentre gli uomini di casa si godono un po’ di giochi e chiacchiere senza senso.

Una volta facevamo pranzi abbondanti e forse un po’ lunghi, oggi ci accontentiamo di schiscette portate da casa, panini farciti, insalatone varie. No, non è una scelta subentrata con la genitorialità, ma con l’età piuttosto, perchè a stomaco troppo pieno il sonno ci rincorre! (E se il sonno un po’ ci manca, sì, quello è colpa della genitorialità.)

Mi concedo un altro paio di ore di lavoro al computer: nonostante il tempo dell’imbottigliamento sia passato e quello che potevamo fare lo abbiamo fatto, c’è sempre una montagna di lavoro davanti allo schermo che non si può ignorare. Qualche volta bisogna aggiornare le grafiche delle brochure, scrivere qualche testo o articolo, ricontattare qualche fornitore o seguire i social per continuare a raccontare il nostro lavoro.

Se è giunta l’ora della nanna allora la giornata si semplifica un po’, e ognuno può continuare a fare il proprio: Raffaele di solito ha la tendenza a fare la trottola tra ufficio, cantina e vigna, perchè, sebbene non facciamo altro che raccontarvi che c’è tantissima poesia nel nostro modo di fare vino, non manca mai una buonissima dose di mansioni improcrastinabili.

Se il tempo lo permette ci concediamo una passeggiata, quasi sempre nella fascia o nel marsupio, per godere un po’ dell’aria aperta, del panorama e del sole e primaverile, una piccola abitudine che fa bene un po’ a tutti.

Quando la giornata è ormai finita, sistemiamo i gatti, ricarichiamo tutto in macchina (letteralmente un mezzo trasloco) e riprendiamo la strada di casa, stanchi ma appagati di aver condiviso tutti insieme una giornata piena e impegnativa.
Non è sempre un idillio, non lo è mai stato, ma abbiamo fatto del nostro lavoro la nostra passione e viverlo insieme lo rende una sfida che vale la pena di affrontare.

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